Comune di Chieri (Torino)
Recupero Imbiancheria del Vajro, sede del Museo del Tessile
L.Barello, D.Ienna, P.M.Sudano, M.Tisi, F.Galvagno (strutture)
Progetto e direzione lavori.
(importo lire 1.650 000 000)
Recupero e ampliamento della più antica fabbrica tessile di Chieri, destinata ad una delle sedi del Museo del Tessile; ospita la Biennale Internazionale del tessile.
L’edificio sorge fuori dall’antica porta Vajro a Chieri, uno dei primi costruiti con specifica vocazione industriale già alla fine del XVI secolo. Edificato a poca distanza dal Rio Tepice, in mezzo ai prati per stendere i panni dopo i bagni di imbiancatura, si è sviluppato nel corso dei secoli lungo un asse parallelo al rio con l’addizione di corpi di fabbrica che non ne hanno alterato il carattere di piccolo opificio. Negli anni Venti viene trasformato in tintoria con la costruzione di due saloni voltati, della ciminiera, e della facciata principale in mattoni a vista.
Il progetto di ristrutturazione ha inteso recuperare l’intero volume antico affiancandogli una nuova manica a nord-ovest, proseguendo così nell’allineamento di corpi di fabbrica lungo il rio. Il volume esistente è stato pressoché integralmente risanato nell’involucro esterno – a meno di un tratto di facciata a sud-ovest realizzato con una cortina di mattoni a vista – sovrapponendo i temi del recupero e del progetto, nell’ottica più ampia della riqualificazione urbana. Sulla testata sud-est della manica stretta è stata mantenuta la conformazione a salette. La parte centrale della manica è stata svuotata, ottenendo un unico ambiente percorso su tre lati da una balconata, in acciaio e legno; la copertura è sostenuta da capriate metalliche di tipo Polonceau. La parte novecentesca, svuotata dalle aggiunte murarie posteriori, diventa il “cuore” del nuovo spazio espositivo: all’interno è stato inserito il nuovo sistema di collegamenti verticali, scale, soppalchi, passerelle sempre in acciaio e legno, che attraversa le varie parti dell’imbiancheria.
L’ampliamento si configura come una manica a sviluppo longitudinale e parallelo alla parte novecentesca, costituita da pilastri in laterizio che ritmano una sala completamente vetrata. La copertura, in lamiera verniciata sorretta da travi metalliche con contraffisso, ha un’unica falda inclinata verso l’imbiancheria, così da accentuare la corte interna e riprendere il ritmo scandito dalle falde stesse. Le sistemazioni esterne: percorsi, gradonata, sedute, tutti in laterizio sono state pensate per rendere il giardino aperto agli attraversamenti dei visitatori del museo e degli abitanti della zona. La recinzione è stata realizzata in seconda battuta aprotezione dagli atti di vandalismo. Inoltre, l’amministrazione comunale ha recentemente reso a specchio con una pellicola adesiva le vetrate che erano state realizzate trasparenti per ottenere la massima continuità tra esterno e interno.
bibliografia:
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